Verso le comunali, il nome di Minicuci non convince gli alleati. Che provano a cercare l’alternativa

Nel centrodestra fioccano i delusi, mentre continuano gli incontri del deputato Cannizzaro con eletti e non

Mancano verosimilmente tre mesi alle elezioni comunali di Reggio Calabria. E la situazione non appare fluida al cento per cento. In campo – oltre all’uscente Giuseppe Falcomatà – ci sono già diversi candidati che hanno espresso, soprattutto via social, la propria disponibilità per la corsa a sindaco. La maggioranza di loro proviene dal mondo del civismo, ma soltanto uno degli aspiranti candidati è già formalmente in campo. Saverio Pazzano, candidato del movimento “La Strada” dopo un percorso lungo due anni in cui ha affrontato i principali “nodi” della città, si è presentato ufficialmente, insieme alla lista dei candidati che lo supporteranno in un’avventura che si annuncia proibitiva, ma che potrebbe rivelarsi anche sorprendente, vista la situazione attuale.

In attesa di capire anche come il Movimento 5 Stelle voglia partecipare alla competizione elettorale, tra i civici che hanno lanciato la propria candidatura vanno ricordati Nino Liotta – che a 50 anni e con un passato da consigliere comunale (2011) per la lista “Energia pulita” rilancia il progetto della Regione dello Stretto -; Maria Laura Tortorella – dirigente in forza alla Prefettura reggina, che sarà la candidata a sindaco per il Laboratorio politico Patto civico -; e Fabio Putortì, promotore del MITI Unione del Sud e del Comitato pro aeroporto dello Stretto. Tutti e tre sono alle prese con una campagna elettorale storicamente non facile, a queste latitudini, per chi proviene dal mondo del civismo, e ulteriormente resa difficile dalle restrizioni relative all’emergenza covid-19.

Poi c’è il centrodestra. Che sembra sempre più impantanato in una situazione di cui sembra non si riesca a venirne a capo. D’altra parte, le decisioni assunte nella capitale dai leader nazionali di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, hanno un po’ spiazzato gli ambienti tradizionali del centrodestra reggino. Fratelli d’Italia dopo gli scandali giudiziari che l’hanno colpita (prima il caso Nicolò e poi quello Creazzo), ha deciso di non far valere l’opzione di indicare il nome del candidato sindaco, tradendo in qualche modo le aspettative del coordinatore Massimo Ripepi, da tempo in pole position. La scelta nazionale di optare per il candidato della Regione Puglia, ha fatto il resto. Ma si è defilata anche Forza Italia, nonostante il lavoro certosino di raccordo e coesione operato in questi mesi dal deputato Francesco Cannizzaro che, sentendo la vittoria in tasca dopo le regionali, ha cullato a lungo il “sogno” di indicare lo sfidante principale di Giuseppe Falcomatà. La patata bollente è rimasta quindi nelle mani della Lega che in questi mesi ha lavorato sottotraccia per capire la strategia da adottare in vista del rinnovo di Palazzo San Giorgio. Il segretario del Carroccio non si è tirato indietro e a stretto giro di posta ha indicato in Antonino Minicuci il candidato ideale della Lega che però non ha nascosto le proprie simpatie per Angela Marcianò che pochi mesi prima aveva pure annunciato la propria discesa in campo, in piena autonomia.

La sua è stata intesa (da parte della Lega) come una candidatura di superamento, nel momento in cui fosse mancato l’accordo con gli alleati: giuslavorista dal profilo alto, l’ex assessore silurata da Falcomatà quando era in dolce attesa e con un processo alle porte, per tradizione familiare è stata sempre vicina agli ambienti di centrodestra. Ma l’ultima uscita di qualche giorno fa ha complicato i piani di chi pensava di poterla utilizzare come arma di “riserva”. Dichiarandosi senza tessera di partito, Angela Marcianò ha fatto intendere di non essere una ruota di scorta e che non sarà mai l’eventuale candidata del centrodestra, ma un’aspirante sindaco civico che potrebbe, a certe condizioni, accettare l’appoggio di qualche partito, anche di centrodestra. Resta dunque in campo, ma manda in crisi la Lega, che non ha registrato grossi riscontri all’annuncio del nome di Minicuci, visto dai più come un candidato con scarso appeal che potrebbe rendere difficile anche il riempimento delle liste, considerato fino a ieri il punto di forza per Cannizzaro. In tal senso la Lega dovrà lavorare a fondo per convincere gli alleati della bontà della scelta, anche se negli ambienti di Forza Italia si mastica amaro. Secondo i più informati, d’altra parte, starebbe andando avanti quella serie di incontri informali voluti da Cannizzaro con gli eletti, e non, del centrodestra reggino al Consiglio regionale, tra i quali ci sarebbe anche Tilde Minasi, alla quale sembra non vada a genio la strada intrapresa dal suo partito. Si lavora insomma per l’eterna alternativa che però tarda ad arrivare, anche se, dicono sempre i più informati, sarebbe già pronta una rosa di nomi da contrapporre a quello della Lega. Senza dimenticare che si dovrebbe ripassare dalla capitale.

Sullo sfondo di un centrodestra impantanato rimane Giuseppe Bombino che da tempo a ripreso a sperare in un suo coinvolgimento all’interno della coalizione. Adesso però l’ex presidente del Parco sta lavorando per tastare il polso ai suoi potenziali elettori e magari, forte di un contributo anche in termini di liste, potrebbe riproporre il proprio “petto alla battaglia”.